24 ottobre 2009

quando la musica aveva un suo odore...

chi come me è nato negli anni ’60 conosce benissimo l’odore che si sprigionava all’apertura del tanto agognato long playing (lp). l’odore misto del cartoncino della copertina e del vinile accompagnava l’ascolto musicale pieno di crepitii e sinistri toc in tempi dove il massimo dell’hi-fi erano il giradischi thorens, gli ampli mcintosh e le casse ar. l’acquisto dei dischi era un rischio perché, a differenza di oggi, le informazioni musicali erano veramente scarse e se la rivista ciao 2001 non pubblicava la recensione era praticamente impossibile sapere cosa andavamo a comprare. chi riusciva a darci qualche informazione erano i fratelli più grandi dei nostri amici che con la scusa di qualche viaggio a londra, dove il nostro disco era già in vendita, ci sapevano dire cosa ci potevamo aspettare dall’ascolto. proprio questo passaparola ha generato in quegli anni tante leggende su artisti e album che venivano alimentate dalle scarse possibilità di ascolto e dal fatto che all’epoca non tutti i dischi venivano venduti nel mercato italiano e bisognava affrontare l’oneroso acquisto dei famosi “dischi d’importazione”. ho incominciato a comprare lp quando avevo 14 anni riuscendo nel tempo a collezionarne oltre 1.000 e ancora oggi  “profumano” l’aria di casa mia...

lp in foto: king crimson "in the court of the crimson king"

1 commento:

  1. Gran bell'album. Gran gruppo. Se ascoltato al momento giusto ti cambia la vita. Per me è stato l'adolescenza.

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